Tutti i numeri del 2023 sul fotovoltaico
in Italia.
Alla fine dello scorso dicembre la potenza installata complessiva in esercizio ammontava a 30.319 MW, in aumento del 21% rispetto al 2022. La produzione registrata nell’anno è stata invece pari a 30.711 GWh, +9,2% sul 2022.
I dati provengono dall’ultimo Rapporto statistico del Gse (link in basso), che traccia un quadro statistico del settore FV nel nostro Paese, illustrando la diffusione, le caratteristiche e gli impieghi degli impianti in esercizio sul territorio, aggiornati alla fine del 2023 (a fine di marzo 2024 la potenza totale ha raggiunto 32.003 MW, con 1.721 MW connessi nel primo trimestre di quest’anno).
I dati sono già stati elaborati da QualEnergia.it su fonte Gaudì (Terna), ma quelli contenuti nel Rapporto e qui analizzati, integrati con gli archivi Gse relativi alla gestione dei meccanismi di incentivazione e al ritiro dell’energia, forniscono indicazioni più specifiche su tipologie di FV, tecnologie utilizzate, localizzazione, produzione e sistemi di accumulo connessi.
Al 31 dicembre 2023 risultavano in esercizio in Italia 1.597.447 impianti FV. La maggior parte di questi (1.568.230, il 98,2% del parco complessivo, per una potenza pari al 43,2% di quella totale) sono collegati alla rete in bassa tensione.
I 29.055 impianti connessi alla media tensione fanno invece il 49% della potenza complessiva, mentre solo un esiguo numero di impianti è collegato alla rete di alta tensione, per una potenza pari a circa 2.357 MW (7,8% della potenza totale).
La taglia media è pari a 19 kW, quelli di potenza inferiore o uguale a 20 kW costituiscono il 94% del totale in termini di quantità e il 29% in termini di potenza.
Significativo, come evidenziano i grafici in basso, il contribuito degli impianti di potenza compresa tra 200 kW e 1 MW, che costituiscono circa l’1% del numero complessivo ma quasi un terzo della potenza. Infine, gli impianti di taglia superiore a 1 MW rappresentano circa il 22% della potenza installata totale a fine 2023.
Guardando invece a quanto accaduto nel corso del 2023, la quasi totalità degli impianti entrati in esercizio è di taglia inferiore ai 20 kW e rappresenta il 43% della potenza complessiva installata.
Guardando all’evoluzione del numero e della potenza degli impianti installati in Italia nel periodo 2009-2023, si nota una veloce crescita iniziale favorita dal Conto Energia, alla quale segue a partire dal 2013 una fase di sviluppo più graduale, quindi una nuova accelerazione a partire dal 2022.
Nello stesso periodo, osservano gli analisti del Gse, c’è stata una crescita sostenuta della percentuale di potenza associata agli impianti a terra, una dinamica che ha raggiunto il suo picco alle fine del 2011, pareggiando la quota di potenza associata alle installazioni non collocate sul suolo.
Negli anni successivi al 2013 il ritmo delle installazioni è diminuito per entrambe le tipologie, ma in misura più evidente per quelle a terra. Alla fine del 2023 la potenza fotovoltaica installata a terra ammontava a 9.181 MW, pari al 30% del dato complessivo nazionale.
I 20.992 MW di potenza installata non a terra (edifici, capannoni, tettoie, serre, ecc…) rappresentano invece il 69% del totale nazionale. I pannelli a terra sono la soluzione preferita nelle regioni meridionali e in particolare in Puglia e Basilicata (rispettivamente, 66% e 60% del totale regionale). Sugli impianti a terra, ricordiamo, ora pende lo stop sancito dal Dl Agricoltura, voluto dal ministro Francesco Lollobrigida.
Negli ultimi anni inoltre è da sottolineare l’entrata in esercizio dei primi impianti agrivoltaici e galleggianti, per una potenza complessiva pari a 147 MW. Tali installazioni sono presenti a fine 2023 in Lazio e Sicilia, dove costituiscono il 3% del totale installato regionale, e in Piemonte con un contributo in potenza poco significativo.
A livello regionale, a fine 2023, le sole Lombardia e Veneto concentrano il 30,9% degli impianti sul territorio nazionale (rispettivamente con 264.823 e 228.013 impianti).
Il primato nazionale in termini di potenza installata appartiene sempre alla Lombardia (4,05 GW, pari al 13,4% del totale nazionale), seguita dalla Puglia (3,31 GW), regione che fino al 2021 deteneva la quota maggiore di potenza installata. Valori più bassi si rilevano invece in Basilicata (504 MW), Molise (206 MW), Valle d’Aosta (35 MW) e nella Provincia di Bolzano (377 MW).
Venendo alla produzione di elettricità, nel corso del 2023 il parco fotovoltaico in esercizio in Italia ha raggiunto quota 30.711 GWh, +9,2% rispetto all’anno precedente. L’analisi dell’andamento mensile della produzione 2023 mostra il primato del trimestre giugno-agosto, con il mese di luglio in testa (oltre 3,8 TWh).
In continuità con gli anni precedenti, nel 2023 la regione con la maggiore produzione fotovoltaica risulta la Puglia, con 4.193 GWh (13,7% del totale). Seguono la Lombardia con 3.511 GWh e l’Emilia-Romagna con 2.964 GWh, con un contributo pari rispettivamente all’11,4% e al 9,7%. Un quarto di quanto prodotto (7.498 GWh) viene autoconsumato.
Dei 30.711 GWh prodotti nel 2023, 6.552 GWh provengono dal settore residenziale, che conta oltre 1.355.000 unità. In Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna si concentra oltre il 42% degli impianti fotovoltaici e della potenza del settore.
Per quanto riguarda quello industriale, sono invece 82.488 (per una potenza di 14.533 MW e 15.608 GWh di energia prodotta) a fine 2023. Il settore nel suo complesso concentra il 47,9% della potenza nazionale e il 50,8% circa dell’energia prodotta.
Un dato anche sulle tecnologie più diffuse sul nostro territorio. Il 60% della potenza fotovoltaica in esercizio è realizzata in silicio policristallino, il 36% in silicio monocristallino, il restante 4% in film sottile o altri materiali.
Completano la statistica, a fine 2023, i circa 537.000 sistemi di accumulo connessi agli impianti FV del Paese, per una potenza di 3.412 MW. I Sda si concentrano prevalentemente nelle regioni con più impianti: guida ancora una volta la Lombardia, con poco più di 100mila accumuli installati.
Il tutto in barba a quelli che: “tanto il fotovoltaico non funziona, non si risparmia”
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