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Pubblicati dal GSE i rimborsi 2023

Migliaia di famiglie hanno installato gli scorsi anni un impianto fotovoltaico e per la prima volta possono finalmente rendersi conto di quanto realmente hanno guadagnato e in quanto tempo ammortizzeranno il loro investimento. Mentre coloro che si sono ritrovati un impianto pagato interamente con il 110% non possono infatti fruire dello scambio sul posto come incentivo, chi ha preferito scegliere l’agevolazione più morbida, il 50% magari con sconto in fattura, rientra nel regime di agevolazione.

Il GSE, Gestore Servizi Energetici, ha emesso ieri le fatture e sul portale dedicato, accessibile tramite SPID, una persona può già sapere quale somma verrà liquidata a metà giugno.

Per molti questa informazione può apparire banale e scontata, ma crediamo sia giusto informare gli utenti per diversi motivi.

Il primo è il boom di installazioni dovuti ai bonus edilizi: il 2022 è stato l’anno che ha fatto registrare il maggior numero di installazioni dell’ultimo periodo pertanto per molti utenti quello del 2024, riferito allo scorso anno, è il primo incentivo erogato sull’intero anno, utile per fare qualche calcolo in più.

Il secondo motivo è che paradossalmente ci sono utenti che non sono neppure a conoscenza dello Scambio sul Posto o del Ritiro dedicato e, ancora più incredibile, nel caos degli incentivi ci sono stati anche installatori non troppo onesti che hanno inserito il loro IBAN come coordinate bancarie per i pagamenti dell’incentivo. La richiesta dell’incentivo, con tutta la documentazione, viene infatti inoltrata da chi fa le pratiche di connessione del sistema alla rete.

Infine ci sono tanti utenti che, ignorando come funzionano gli incentivi, non hanno mai fatto accesso al sito del GSE, nessuno glielo ha spiegato, e così facendo non hanno neppure scelto se farsi liquidare le eccedenze di produzione o tenere l’eccedenza a credito per l’anno successivo.

Ricordiamo infatti che ci sono due incentivi, lo scambio sul posto e il ritiro dedicato. Il primo prevede il riconoscimento di un tot per ogni kWh “scambiato”, ovvero la quantità di corrente immessa in rete che viene però consumata quando l’impianto non produce. Questo incentivo ha un valore più alto e non viene tassato, pertanto è preferibile. Il secondo è il semplice pagamento dell’energia venduta alla rete, tassato e pagato un po’ meno. L’utente può scegliere se tenere solo lo scambio sul posto, e in tal caso i kWh non scambiati vengono spostati all’anno successivo, o se vendere l’eccesso e farselo pagare.

Per vedere quanto il GSE pagherà basta andare sul sito del GSE, reparto contratti, selezionare scambio sul posto e andare nella sezione dedicata.

Sotto pagamenti e fatture è possibile vedere il calcolo in relazione al 2023.
Per chi vuole invece controllare che l’IBAN sia corretto e scegliere come gestire le eccedenze basta andare nel menu “contratti” e modificare le singole voci.

Giusto per dare un’idea a chi sta valutando oggi un impianto fotovoltaico, nel caso di impianto da 5 kWh (senza batteria di accumulo) esposto a sud nel nord Italia, pianura padana, nel 2023 sono stati prodotti in totale 5860 kWh e di questi 4810 sono stati immessi in rete, 1050 autoconsumati e 1210 prelevati (e quindi scambiati). Il GSE ci ha pagato 0.095 euro / kWh l’energia venduta (ritiro dedicato – poi ci sono le tasse) e 0.127 euro / kWh l’energia scambiata (scambio sul posto).

Calcolando le bollette pagate nel 2023 comprensive anche di tasse e di canone TV, che ammontavano a 434 euro, possiamo dire di aver abbattuto totalmente il costo dell’energia.

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